LA STORIA SCRITTA A MATITA 10 maggio - Piazza Libertà a Turriaco

Sarà "La storia scritta a matita", testo composto dal poeta, pittore e scrittore ronchese Amerigo Visintini in collaborazione con Sergio Gregorin ad animare la serata del prossimo 10 maggio, nell'ambito del calendario di appuntamenti di  "Note di Costituzione", rassegna di eventi promossa dal comune di Turriaco in collaborazione con le associazioni locali.

L’evento del quale ne è promotrice la nostra Pro Loco, è per le 21 in piazza Libertà.

In occasione del centenario della Grande Guerra, Visintini ha voluto scrivere un racconto dei tanti avvenimenti che portarono allo scoppio del Primo conflitto Mondiale, visti però con gli occhi della gente semplice della Bisiacarìa che si trovò a vivere inizialmente come territorio dell'Impero Austriaco la tragedia del conflitto. Non quindi le vite e le tattiche dei grandi generali o degli Imperatori, ma i dolori, i sacrifici, le emozioni delle persone normali, la cui vita fu sconvolta dalla guerra. Una serata di musica e recitazione grazie al racconto affidato alle voci di Paola Bergamin, Marilisa Trevisan, Cristina Visintini, Sergio Gregorin, Amerigo Visintini, accompagnati dalla fisarmonica di Gilberto Leghissa e dal violino di Elisa Battistella, ma anche con le immagini di quell’epoca dell’archivio di Vittorio Spanghero.

"Vogliamo rendere omaggio a quanti persero la vita in una guerra che distrusse intere famiglie e devastò il territorio, ma che - spiega Amerigo Visintini - non distrusse la dignità, i sentimenti, la forza delle genti bisiache". Saranno ricordati i momenti tragici e dolorosi vissuti dalle genti bisiache: la partenza degli uomini arruolati e mai più tornati a casa, la distruzione delle case e della vita stessa, il dolore e i sacrifici degli sfollati, il Carso trasformato in una terra brulla, rossa di sangue, segnato dalle croci di chi perse la vita in battaglia. Ma non mancheranno accenni più lievi e sereni, con il ricordo della tradizioni, degli amori nati anche in tempo di guerra e della grande dignità delle genti bisiache. "Ho voluto rendere omaggio alle gente semplice, alla nostra terra e alle nostre tradizioni - spiega l'autore - cercando di vedere la guerra non dal punto di vista dei re e dei generali, ma dalla parte di chi pur non capendo il perchè di quella guerra, dovette combattere e perdere la vita”.